Joanna Kozlowska
soprano

Al posto della biografia

Ero bambina quando i miei genitori hanno deciso di farmi studiare musica... All'inizio prendevo lezioni di violoncello, poi ho cambiato classe ed ho incominciato a studiare pianoforte. I miei professori di musica erano convinti che avrei continuato a studiare proprio questo strumento. La decisione di scegliere invece gli studi vocali credo abbia stupito tutti...
Oggi, ricordando la mia gioventù, penso d'aver fatto la scelta giusta. Tramite il canto posso realizzare me stessa ed esprimermi nel migliore dei modi come artista.
Chissà, come si sarebbe svolta la mia vita se io fossi stata una pianista...

I cantanti lirici... Secondo me si dividono in due gruppi: i primi studiano per anni, lavorano tantissimo cercando di capire come si respira, come si canta; gli altri nascono "predisposti" per fare questo mestiere e fanno spesso una grande carriera senza nemmeno conoscere le note...
Io - secondo questa "classificazione" - mi metterei nel primo gruppo. Nei primi anni ho lavorato moltissimo, ho studiato tante ore, ho ascoltato le registrazioni dei più famosi cantanti provando a capire in qual modo "costruiscono" i suoni, come sostengono le frasi, come respirano...
Mentre terminavo gli studi mi rendevo conto di tutte le mie possibilità ma anche dei miei limiti...
In quei giorni avevo già vinto il primo premio al concorso Benson and Hadges di Londra, dopo essermi già aggiudicata il secondo premio a Rio de Janeiro, avevo "in tasca" il contratto per Liù al Covent Garden, e un ingaggio stabile al Teatro Grande di Poznan... Mi rendevo però il conto che assolutamente non potevo smettere di studiare. Anche oggi m'incontro con la mia insegnante e se il tempo me lo permette vado sempre a trovare la maestra Irena Galuszko per preparare nuovi ruoli. Le sue amichevoli critiche sono per me importanti ed indispensabili!!!

Ogni cantante dovrebbe cominciare la sua carriera in modo molto cauto. Dovrebbe "imparare" il teatro, conoscerlo a fondo... Non dovrebbe rifiutare le proposte di cantare ruoli secondari perché anch'essi sono utili alla costruzione dell' esperienza operistica... Probabilmente, in Polonia, ci sono tante persone che mi ricordano ancora come Annina nella "Traviata" oppure Mi nel "Paese del sorriso"...

Bisogna cantare in tutti i teatri! Cantiamo per il pubblico... Si deve avere stima per ogni ascoltatore. E non guardare al mondo solo tramite il cachet...

Gli spettacoli importanti non sempre sono di livello "mondiale"... Anche nei cosidetti "teatri di provincia" è possibile godere l'arte al massimo livello. Purtroppo i piccoli teatri di solito hanno problemi finanziari - l'opera lirica rappresenta un genere d'arte "di lusso" ed è molto difficile realizzare una produzione perfetta se si dispone di un budget ristretto.
Il problema non riguarda solo la condizione economica di un teatro, ma anche una certa etica lavorativa: penso al processo produttivo e all'organizzazione delle prove. Nei teatri prestigiosi una nuova produzione viene preparata circa per un mese: il tempo delle prove viene sfruttato al massimo e l'artista non può certo dire che sia tempo perso...

Come si fa carriera?... Non sono sicura che esista una ricetta infallibile e che si possa spiegare come mai alcuni ci riescono e altri no...
All'inizio, senza dubbio, sono molto importanti i concorsi vocali. Un premio permette di partire più facilmente con l'attività professionale, crea nuove possibilità di sviluppo. I direttori dei teatri e gli agenti, assistono ai concerti finali dei concorsi e così per un giovane cantate si aprono le nuove possibilità anche a livello mondiale.
Ma... Questo è però solo l'inizio, è un momento in cui bisogna stare particolarmente attenti, evitare il narcisismo e non credere a tutto ciò che ci dicono... Tutti noi conosciamo persone che hanno vinto i primi premi e sono stati proclamati "Divi del palcoscenico lirico", ma che sono poi presto scomparsi senza lasciar traccia di sé...

È necessario scegliere il repertorio in modo molto cauto. Raramente l'interesse di un cantante collima con quello dei direttori oppure anche con quello del pubblico. È possibile che una cantante di mezza età sia convincente come quindicenne Butterfly? Dipende dal punto di vista. La soluzione ideale sarebbe quella di poter trovare una cantante giovanissima che superi tutte le difficoltà di questo ruolo... Ma, è un sogno! In realta è un ruolo veramente difficile, che se viene cantato troppo presto penso può causare alla voce danni irreversibili ...
Bisogna imparare a dire "no". Tanti artisti, fra cui le mie preferite Mirella Freni e Leontyne Price, lo hanno sottolineato tantissime volte...

Per potersi realizzare bisogna avere un po' di fortuna e trovare anche un agente giusto: quello che è pronto ad "investire" nell'artista, che lo difenderà - non permettendogli di accettare ruoli non adatti al suo tipo di voce e che non lo costringerà ad accettare tutte le proposte in arrivo...

Bisogna ascoltare attentamente le persone che ci criticano... E se ciò viene fatto con sincerità bisogna provare a capirli e trarre dalle loro critiche conclusioni positive... Siamo tutti uomini e tutti possiamo sbagliare...
Un cantante deve però sempre essere consapevole di quello che vuole conquistare e di quale scopo vuole perseguire...

Traduzione di Ireneusz Szczepaniak

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Matthew Sprizzo
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Stampa su Joanna Kozlowska

Eugenio Oniegin, Teatro de la Maestranza, Siviglia

"... Non di meno lodevole, anzi di più, la splendida Tatiana di Joanna Kozlowska, chiamata per sostiutire Cristina Gallardo-Domas. Una voce ampia, salda in ogni registro, squillante, controllatissima nell'emissione, capace di assottigliare il suono a piacere e di una temperatura passionale altissima, credibile tanto nella infantile gioia iniziale come in quello slalom di emozioni che è la scena della lettera, sino al grande finale."

Ignacio Jauregui Real, L'Opera
Don Giovanni, Teatro Colón, Buenos Aires

"La galleria femminile trova i suoi punti alti in Joanna Kozlowska, un soprano polacco, che crea Donna Elvira con la voce splendida, ricca di caratterizzazione drammatica..."

Eduardo Vincent, Diario Buenos Aires

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